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La tegola in terracotta, materiale largamente diffuso nella nostra penisola, è rintracciabile al sud quanto a nord, nelle architetture auliche quanto nell’edilizia minore, con piccole e piacevoli varianti locali che sottolineano la composizione minerale specifica delle argille.
Tutti riconosciamo ad esse il merito di raccordare naturalmente i contesti costruiti al paesaggio naturale, avvertendo il procedere della storia. Una storia che avanza anche grazie a tecnologie sempre più progredite che se da un lato definiscono profili ancora più precisi e funzionali, dall’altro esprimono soluzioni estetiche che stringono l’occhio nel contempo alla tradizione ed al gusto contemporaneo.
Ne viene apprezzata la morbidezza, il calore, la sensazione quasi tattile sui manti dei nostri centri storici.
E più volte abbiamo ricordato come il trascorrere del tempo rilasci una sorta di patina che non ne svilisce la percezione ma ne realizzi invece un plus. In ogni luogo, esprimono sensazioni estetiche differenti perchè differenti sono le argille di partenza.
Lle caratteristiche granulometriche e minerali, i processi sedimentari che si sono sviluppati nel lungo tempo, l’azione di acqua, ghiaccio, vento e temperature, ne sottolineano comportamenti diversi.
La plasticità rappresenta la maggiore o minore capacità delle argille di essere modellate a temperatura ambiente in qualunque forma, senza rompersi e creparsi.
Componenti responsabili della plasticità sono la grandezza e l’uniformità delle particelle costituite da aggregati di minerali argillosi: più queste sono piccole, più sono in grado di trattenere e legare l’acqua, rendendo maggiormente plastica la materia.
L’argilla appena estratta è normalmente poco plastica perché le particelle che la compongono risultano molto compatte e legate fra loro. E’ per questo che le fasi di miscelazione di differenti tipologie di argille (ognuna con le proprie peculiarità), l’esposizione all’aria aperta ed il loro rimescolamento permettono all’acqua di penetrare all’interno del materiale argilloso, idratandolo.
Anche l’essicazione ricopre un ruolo essenziale, poiché porta all’eliminazione dell’acqua in eccesso nel corpo tegola ed è in tale fase che il materiale diviene poroso. Ma è nel corso della cottura, che avviene gradualmente fino a raggiungere circa 980°, che l’argilla acquisisce la sua resistenza.
Al di là delle istanze formali, la tegola in cotto ha sempre assolto le sue funzioni principali riconducibili:
ad un’elevata impermeabilità del manto
al basso assorbimento
alla resistenza a flessione
al comportamento al fuoco
alla resistenza agli shock termici
Per assicurare che la tegola in cotto protegga adeguatamente l’edificio ed i suoi utenti dalle infiltrazioni, BMI WIERER sottopone i materiali a periodiche prove di laboratorio nei suoi Centri di ricerca e sviluppo per valutarne le performance nel rispetto delle normative specifiche.
Gli elementi in cotto debbono essere valutati anche in termini di resistenza alla ciclicità del gelo e disgelo. Se la normativa vigente in Italia richiede che la tegola in cotto debba essere resistente almeno a 90 cicli e quella del Nord Europa a 150, BMI WIERER garantisce una resistenza a 400 cicli di gelo e disgelo, assicurandone la tenuta anche nei climi più estremi. Questo fa sì che BMI WIERER possa fornire una Garanzia di prodotto di 30 anni.
Il processo di clinkerizzazione è certamente il principale artefice di un ulteriore progresso della tegola in cotto: la cottura della miscela di argille oltre i 1000°, infatti, determina quei processi di fusione nei quali alcuni minerali, che fungono da fondenti, provocano a loro volta la fusione degli altri minerali presenti, che fonderebbero a temperature più elevate.
Negli stabilimenti di BMI, inoltre, questo procedimento avviene in modo particolarmente uniforme in cassette ad H ed in stampi in gesso. Con il raffreddamento successivo, che deve anch’esso condotto gradualmente, la materia fusa - vetrosa - solidifica ed assume una resistenza meccanica molto elevata. E le forme, le scanalature e le nervature poste in corrispondenza della faccia posteriore di ogni corpo tegola così realizzato assumono una tale nettezza da garantire l’assoluta funzionalità nella gestione dell’acqua meteorica e nell’impermeabilità del manto.
E’ ben noto quanto la qualità dei materiali e delle soluzioni selezionate abbia un peso importante quando si debba realizzare un tetto; ma è altrettanto noto come anche la fase esecutiva debba avvenire in modo estremamente accurato, avvalendosi di maestranze esperte e preparate.
Operando da decenni in tutto il territorio italiano, BMI ha selezionato numerose imprese ed artigiani in grado di sostenere questa qualità così come il concetto di “regola dell’arte”, in modo da proporle a chi ne riconosca il ruolo e l’importanza.
E’ così che nasce BMI RoofPro, la rete di posatori certificati che utilizza i prodotti di BMI WIERER: perché ne riconosce la bontà delle soluzioni e la facile reperibilità; perché apprezza il supporto tecnico e commerciale che sostiene ogni singolo intervento sul tetto. Perché BMI non solo porta avanti con questi operatori un dialogo costante, occupandosi della loro formazione, dell’aggiornamento rispetto alle novità normative ed alle soluzioni che ne derivano. BMI interviene anche nell’attribuire una garanzia di sistema che coinvolge l’intera copertura: manto, stratigrafia isolante ed impermeabilizzante, componenti funzionali. L’azienda si impegna così a garantire una protezione nel lungo termine che rasserena tanto i fruitori di quel tetto, quanto chi l’ha realizzato.
Se hai bisogno di un sopralluogo o di un supporto tecnico per comprendere quale problema ha il tuo tetto, chiedi un intervento al tecnico più vicino a te.