Perchè scegliere un tetto in legno

Il tetto caratterizzato da una struttura lignea rappresenta la tipologia più consolidata e diffusa ovunque si vada. Costituisce un riferimento strutturale a cui affidarsi tanto quando ci si richiami al passato quanto si persegua un linguaggio formale contemporaneo. Vediamone le peculiarità.
Tetto in Legno Cantina Rostagno
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Le prerogative del legno

Il legno presenta delle caratteristiche che lo rendono indubbiamente vantaggioso in ambito edificatorio e possono riassumersi:

  • nella leggerezza

  • nella buona resistenza alle sollecitazioni

  • nell’ottima resistenza sismica, grazie alla sua leggerezza ed elasticità

  • in una buona resistenza al fuoco 

  • nella sua innata capacità di essere un ottimo isolante termo-acustico 

  • nella semplicità e velocità di esecuzione dei sistemi costruttivi che definisce 

  • nella facilità di montaggio delle sue parti

  • nell’ elevato grado di prefabbricazione degli elementi, con la conseguente riduzione dei tempi di realizzazione in cantiere, la razionalizzazione dei processi produttivi - resi così indipendenti dalla stagionalità - garantendo continuità di lavoro e contribuendo alla sostenibilità sociale 

  • nella durabilità nel tempo

  • nel garantire un ottimo comfort termico ed igrometrico

  • nella sua azione di miglioramento della traspirabilità dell’involucro

  • nel contribuire al contenimento dei consumi energetici

  • nella sua estrema flessibilità rispetto alle necessità estetiche e di adattamento paesaggistico

  • nel suo essere biocompatibile, come evidenzieremo più in dettaglio nel seguito.

Lo contraddistinguono anche alcune caratteristiche da “controllare”. Il legno infatti:

  • ha un comportamento elastico lineare con una rottura prettamente fragile

  • può avere problemi di conservazione a causa di ristagni idrici

  • è igroscopico e teme l’umidità, che deve attestarsi al di sotto del 20% 

  • può essere soggetto a ritiri e rigonfiamenti

  • è biodegradabile e quindi può subire attacchi biotici quali funghi, muffe ed insetti.

Per questo diventa indispensabile: 

  1. scegliere le essenze più adatte in funzione dell’uso (se utilizzato ad esempio in esterno, se a contatto con umidità, se immerso…)

  2. effettuare le lavorazioni all’umidità di utilizzo

  3. attuare azioni di prevenzione forestale e trattamenti successivi (chimici, fisici, in assenza di biocidi)

  4. essere molto attenti alla presenza di umidità. Il legno si comporta “bene” in condizioni di umidità più o meno costanti, mentre soffre in situazioni di variabilità che possono determinarne il degrado. Riferendoci ai tetti, ad esempio, eventuali infiltrazioni d’acqua nel sottotetto o nelle testate delle travi, determinerebbero rigonfiamenti, fenomeni di creep (ovvero deformazioni che comportano lo slittamento delle fibre) e conseguentemente la penalizzazione della prestazionalità strutturale. 

Al suo comportamento anisotropo - che lo rende diversamente resistente a seconda della direzione con cui ci si confronta anche a parità di elemento - e alla sua variabilità dimensionale determinata dal condizionamento climatico, ha supplito, in tempi più recenti, il sistema lamellare, che consente di non subire limiti dimensionali e di scartare le parti non adatte. Inoltre permette di disporre di sezioni variabili e di realizzare elementi curvilinei.

Nelle pratiche di buona progettazione incide tanto la selezione del materiale più consono e qualitativo quanto la definizione accurata di ogni dettaglio costruttivo.

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Tetti in legno: strutture e coperture

La sostenibilità del legno

Se vogliamo valutare il legno rispetto ai benefici ambientali, economici, sociali che gli sottendono e quindi alla sostenibilità, dobbiamo pensare alla sua disponibilità, alla facile reperibilità ed al suo essere rinnovabile, grazie anche alle modalità di gestione forestale attuate in Europa, che negli ultimi tempi hanno visto un aumento della loro estensione.
Questa rinnovabilità naturalmente minimizza l’impatto sulle matrici ambientali aria, acqua e suolo.

Il legno è l’unico materiale che in fase di produzione non induce alcun effetto negativo, anzi il contrario. Gli alberi, crescendo, inglobano anidride carbonica sottraendola all’atmosfera, fissandola per sempre nel manufatto. Quindi non solo non si determinano emissioni di CO2 ma addirittura le stesse vengono assorbite e trattenute, contrastando in tal modo i cambiamenti climatici e limitando i fenomeni di effetto serra. La stessa UE riconosce questi benefici e afferma come  “l’uso del legno e dei prodotti derivati dovrebbe essere maggiormente sfruttato sia a livello domestico che industriale in virtù della capacità di questo materiale di assorbire il carbonio”.

Le attuali tecnologie di lavorazione non solo determinano scarti minimi di materiale, ma incidono assai meno rispetto ad altri materiali da costruzione: l’inquinamento è prodotto sostanzialmente nelle fasi di esbosco, a causa dei gas di scarico delle macchine per il taglio dei tronchi e per il loro trasporto ma nelle lavorazioni successive si utilizzano soprattutto macchinari a energia elettrica

L’impatto con il suolo è pressochè inesistente, grazie al fatto che tutte le lavorazioni avvengono a secco: questo genera anche valenze positive in fase di dismissione grazie alla facilità di smontaggio di elementi uniti tra loro attraverso soli giunti meccanici, ad una raccolta differenziata agevole ed al conseguente contenimento dei costi.

Lo smaltimento del legno può avvenire infatti in due modi: attraverso una nuova immissione del materiale nella catena produttiva, rendendolo materiale derivato (pannelli di particelle, MDF, pannelli di fibre, OSB) oppure utilizzandolo come combustibile, determinando di fatto un riutilizzo completo.

Lodge dall'alto

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Stratigrafia tetto in legno

Tipologie di strutture lignee in copertura

I tetti in legno possono presentare una strutturazione differente a seconda della zona geografica nei quali si sono sviluppati e consolidati.

In termini di orditura principale, nel caso in cui non siano presenti elementi strutturali interni al vano sottotetto che si vuole coprire, ci si affida a capriate più o meno complesse, che non inducono azioni orizzontali sulle murature esterne e sono composte fondamentalmente da:

  • puntoni: determinano la pendenza delle falde, sorreggono l’orditura secondaria ed il sistema isolante ed impermeabilizzante, sono sottoposti ad uno stato tensionale presso-flessionale e trasmettono forze diagonali;

  • catena: definita da una trave orizzontale sottoposta a trazione, la cui funzione è quella di assorbire la componente orizzontale delle forze inclinate generate dai puntoni e vincolare tra loro i puntoni stessi;

  • monaco: trave verticale in legno posta tra i due puntoni allo scopo di irrigidire il sistema e creare l’appoggio ai saettoni, se presenti; non poggia sulla catena per non comprometterne la funzione statica ma ne è vincolata attraverso una staffa;

  • saettoni: presenti nelle capriate alla palladiana, presentano una pendenza opposta a quella dei puntoni e poggiano in parte sugli stessi e in parte sulla parte inferiore del monaco- Sono sottoposti a compressione.

Schema capriata

In genere, tuttavia, si realizzano due tipi strutturali principali.

  1. “alla piemontese”, in cui gli elementi principali sono costituiti da muri di spina o da travi di colmo in legno ed i correnti sono paralleli alla linea di gronda;

  2. “alla lombarda”, in cui gli elementi strutturali principali sono invece costituiti da puntoni in legno o da muri di timpano ed i correnti risultano ortogonali alla linea di gronda.

Copertura alla piemontese e alla lombarda


Qualsiasi elemento disposto parallelamente alla linea di gronda è essenzialmente sollecitato a flessione deviata e taglio così come tutti gli elementi disposti ortogonalmente alla linea di gronda sono sollecitati a presso o tensoflessione e taglio, tenendo presente che di solito lo sforzo normale è massimo in zona di momento nullo. Per tutti questi elementi strutturali si dovrà effettuare una verifica di deformabilità. 

A seconda della tipologia di tegole e/o coppi che si vogliono utilizzare per realizzare il manto ed anche delle consuetudini regionali, sulla piccola orditura delle coperture discontinue si potrà inserire:

  • un tavolato ligneo di spessore di 2-3 cm;

  • un pianellato, con pianelle in laterizio poggiate su correnti, il cui scivolamento è contrastato da un listello alla base;

  • un tavellinato, con tavelle forate, più leggere, con correnti posti ad un interasse di circa 40 cm.

Le geometrie dei tetti in legno

La geometria della copertura nel suo complesso può essere semplice o articolata, a seconda del numero di falde e della loro composizione e darà luogo a tipologie differenti (monofalda, a capanna, a padiglione…).

Geometria del tetto, finiture e rapporto reciproco e coerente tra le parti costituenti l’involucro, determinano “l’architettura”. Ecco che pendenze elevate delle falde, unitamente a sagomature degli elementi lignei ed abbaini risultano perfetti in contesti montani.

La semplice capanna sottolinea la tradizione ma anche l’essenzialità della modernità. Le più recenti pendenze contenute su monofalde estese ci riportano a gusti più attuali ma non dimentichiamo che la struttura lignea, opportunamente trattata e finita, è adatta anche al mare, anche in soluzioni di copertura continua (piana). E’ chiaro che la funzionalità dei tetti e la loro durabilità dipenderà anche da come sono stati pensati e realizzati gli altri strati funzionali che oggi determinano una copertura.

La stratigrafia oltre la struttura

E’ noto che se un tempo il tetto era formato semplicemente dalla struttura lignea su cui poggiava il manto di copertura, oggi invece subentrano fattori come:

  • le necessità di utilizzo dei sottotetti ai fini della riduzione del consumo del suolo;

  • le mode che vedono nelle mansarde uno spazio residenziale accattivante e moderno;

  • le più stringenti esigenze energetiche.

Questi fattori impongono di strutturare la copertura secondo logiche più complesse, in cui differenti funzioni interagiscono tra loro, rendendo il tetto:

  • bello;

  • funzionale rispetto al contrasto alle infiltrazioni;

  • isolato;

  • stabile;

  • sicuro.

La struttura lignea realizzerà la “sede” di queste stratigrafie, influenzando a sua volta le scelte di soluzioni e materiali che permetteranno di definire la risposta funzionale più adeguata per ogni singola situazione, sia nella nuova copertura che in interventi come ristrutturazioni.

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