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Ristrutturare un edificio datato, specie se è anche espressione di un certo momento stilistico, richiede di operare con una duplice attenzione: rispettando e valorizzando quei canoni estetici che vanno a connotare chiaramente l’edificio, definendo nel contempo quei criteri di vivibilità, comfort, funzionalità e sostenibilità che gli edifici di oggi sono tenuti a rispettare. Questo riguarda ogni componente edilizia, visibile e non, del fabbricato: e vale in particolar modo per il tetto.
DETTAGLI DELL'INTERVENTO
Intervento// Rifacimento tetto in legno
Impresa// Arquata Costruzioni srl
Area Geografica: Arquata Scrivia (Alessandria)
Tipologia edificio: Villa
Zona climatica: area montana
Tipologia Tetto // Tetto a falda
Materiali // Coppo Domus Andaluso e Coppo Domus Gotico
La realizzazione che raccontiamo – iniziata nel 2017 ed ancora in corso - rappresenta l’applicazione tout court di questo concetto; il villino è posto ai piedi delle pendici collinari di Arquata Scrivia, in provincia di Alessandria, lungo la propaggine sud occidentale del nucleo abitato. La zona è caratterizzata da una moltitudine di architetture ascrivibili al medesimo periodo, realizzate come questa intorno al 1920 da famiglie liguri che cercavano il fresco e il silenzio della campagna. L’abitazione è stata ideata e realizzata per un armatore genovese (rammentiamo che Genova dista mezz’ora di auto) come casa delle vacanze; nonostante abbia poi subìto alcuni passaggi di proprietà, ha mantenuto il suo impianto originario, sia a livello strutturale sia decorativo. Nel 2017 gli attuali proprietari acquisiscono l’immobile e decidono di ammodernarlo.
L’abitazione si sviluppa su due piani fuori terra (di cui il primo rialzato) coprendo una superficie di circa 500 mq complessivi. La nuova proprietà manifesta da subito l’intento di orientarsi verso un restauro conservativo, rigorosamente teso a preservare e sottolineare le peculiarità stilistiche evidenti tanto nel disegno quanto nella natura e nel trattamento dei materiali originari.
Queste sono visibili in particolar modo nei dettagli decorativi: nel bugnato volutamente grossolano alla base dell’edificio, nel rivestimento del piano rialzato in pietra locale più lineare, nel fascione decorativo posto in sommità, nelle pergole lignee e/o metalliche sostenute da colonne in pietra anch’essa locale (la pietra di Montaldero) ma anche nei dettagli più piccoli ma non per questo meno importanti: i marciapiedi ed i cordoli in cemento delle aiuole, tipici dell’epoca.
L’involucro esterno necessita della pulizia e della protezione dalle intemperie dei materiali che ne realizzano le superfici, spesso dilavate nel tempo: i mattoni, la pietra (ampiamente utilizzata), i graffiti bicromi con motivi fitomorfi.
Si rende necessario ridimensionare l’impatto evidente dei precedenti restauri, avvenuti tra gli anni '50 e '70 del 1900 con modalità poco filologiche (visibile ad esempio nelle malte di allettamento del laterizio, debordanti e inadeguate).
Anche internamente vanno riportati all’antica bellezza i pavimenti alla genovese, i pezzi unici in pietra che definiscono le scale interne, i due grandi camini (sempre in pietra), gli stucchi dell’ambiente principale.
Si deve poi dare spazio alla risoluzione pratica delle nuove esigenze: ovvero avviare quegli interventi volti ad “attualizzare” l’edifico rispetto alle tematiche oggi prevalenti nella cultura edilizia; tra questi sottolineiamo:
gli interventi di natura strutturale: questi hanno interessato tanto l’orditura del tetto (di cui diremo in seguito), quanto il piano interrato, luogo deputato ad accogliere tutta la parte impiantistica (importante e realizzata dalla Ditta Casella Impianti Elettrici) e necessitante di opere di sottomurazione, ampie intercapedini e protezione dalle acque affioranti;
le opere di raccolta ed allontanamento delle acque superficiali derivanti dal sistema idrografico superficiale;
le opere di efficientamento energetico attraverso l’inserimento di nuovi serramenti e cappotti interni in stiferite (poco impattanti in termini di spessore), oltre che della definizione di una stratigrafia isolante in copertura;
le misure di contenimento esterne: realizzazione di nuovi muri di sostegno a monte, realizzazione di autorimesse interrate;
la riprogettazione degli spazi esterni: dal giardino alla piscina, la zona barbecue, il verde, caratterizzato anche da piante secolari di grande bellezza.
Quel che risponde a logiche contemporanee deve essere coerente con l’apparato originale, denunciare la sua attualità con moderazione, senza forzature e/o imitazioni: questo è lo spirito sostenuto dalla Committenza ed esteso uniformemente all’intero progetto di ristrutturazione.
Le sfide nel restauro conservativo di un edificio datato intorno al 1920.
Il rifacimento della copertura con tegola in laterizio BMI Wierer coppo domus. L’Impresa si è poi avvalsa della consulenza di BMI EXPERT, il servizio progettuale di BMI.
Le sfide nel restauro conservativo di un edificio datato intorno al 1920. Il rifacimento della copertura con tegola in laterizio BMI Wierer coppo domus. L’Impresa si è poi avvalsa della consulenza di BMI EXPERT, il servizio progettuale di BMI.
Ricevi la documentazione realizzata con BMI Expert a supporto della progettazione del sistema tetto scelto per la ristrutturazione dell'edificio del 1920.
La copertura necessitava di una revisione sia in termini strutturali sia funzionali, nel rispetto delle logiche sopra esposte.
Il suo deterioramento era evidente anche dall’esterno: sul lato nord, ad esempio, il fregio decorativo sommitale aveva subìto degradi importanti a causa di infiltrazioni provenienti dalla copertura, che ne ne avevano provocato vasti distacchi, intaccando anche parte delle murature. Le stesse infiltrazioni avevano comportato inoltre il rilascio del tannino da parte del legno dell’orditura, creando ampie macchie e il degrado degli elementi lignei stessi.
Sotto il profilo strutturale è l’Impresa Arquata Costruzioni di Arquata Scrivia (AL) ad operare in copertura, con un intervento di rinforzo delegato ad un nuovo cordolo perimetrale armato sulla parte sommitale della muratura in pietra. Si è poi definita una nuova orditura lignea primaria e secondaria fornita da C&G di Condino (TN), realizzata in legno lamellare di abete rosso nelle parti interne alla muratura e in larice smussato, spazzolato e stondato per i passafuori, con disegni che riproducono esattamente gli elementi originari.
L’Impresa si è poi avvalsa della consulenza di BMI EXPERT, il servizio progettuale di BMI diffuso su tutto il territorio nazionale e messo gratuitamente a disposizione degli operatori di settore quando si debba rifare o realizzare ex novo una copertura, continua o discontinua.
BMI EXPERT è stata chiamata ad esprimersi:
rispetto a questioni di natura estetica sul manto: la scelta della tegola, infatti, oscillava tra la riproposizione della forma tipicamente presente nelle realizzazioni dei primi del Novecento (la tegola Marsigliese in cotto, non particolarmente apprezzata dalla Proprietà) e il coppo tradizionale, anch’esso molto diffuso nelle zone circostanti.
con una proposta di stratigrafia interagente ventilata, da attuarsi mediante 16 cm di lana di roccia, telo freno al vapore e guaine di impermeabilizzazione secondaria oltre che di un secondo assito di chiusura e di una camera di ventilazione di 5 cm;
in merito alla distribuzione dei dispositivi anticaduta, indispensabili sia perché la normativa regionale impone la definizione di sistemi di sicurezza nei casi in cui si riveda la struttura di un tetto esistente, sia perché la presenza di corpi impiantistici sul tetto (solare termico, pannelli fotovoltaici – sul tetto è stato posizionato un impianto fotovoltaico da 6 kW in appoggio) riconduce la copertura ad un luogo di lavoro, in cui ogni operazione deve essere svolta in completa sicurezza da parte di tutti gli operatori. Sul tetto di Arquata si è scelto di posizionare dei dispositivi puntuali a cordino per attenuare l’impatto formale.
La Relazione tecnica di BMI EXPERT ha consentito di studiare con grande attenzione la geometria del tetto, definita da una tipologia a padiglione regolare, alcuni abbaini e pendenze comprese tra 17° e 19°.
Lo Studio ha proposto l’utilizzo di una bellissima tegola in laterizio poi selezionata dalla Committenza: il Coppo Domus, la cui forma rimanda visivamente al classico coppo ed il cui profilo garantisce una stabilità ed una tenuta all’acqua eccezionali. Facile da posare, è corredato di tutti quei pezzi speciali indispensabili per la funzionalità e la durata dei suoi elementi. La Relazione tecnica ha evidenziato la distribuzione e il posizionamento di ogni singola tegola di aerazione (dettaglio particolarmente importante laddove siano presenti discontinuità o in corrispondenza di punti critici, quali i compluvi definiti dagli abbaini) e delle tegole paraneve, la definizione delle soluzioni in gronda e in colmo. Uno studio accurato che permette di analizzare e selezionare soluzioni mirate alla definizione di un nuovo tetto performante sotto il profilo energetico, dell’impermeabilità ma anche della durata e della sostenibilità.
Le due nuances dei coppi
La particolare gradevolezza estetica deriva dalla mescolanza di due nuances di Coppo Domus: l’Andaluso (che realizza il 60% delle tegole) ed il Gotico (il restante 40%). Ma è certamente indispensabile sottolineare quanto la bellezza di questo tetto sia dovuta alla cura prestata alla realizzazione di ogni minimo dettaglio, formale e di posa.
Se devi realizzare un progetto puoi chiedere un supporto tecnico al team di BMI Expert. Potrai confrontarti per definire la soluzione migliore per le tue esigenze di progettazione ricevendo anche un fascicolo tecnico.